età ALTOMEDIEVALE
1500 anni fa (VI sec. d.C.)

IA NECROPOLI
Fra le rovine di Ercula, in prop. Iemma-Marinella (punto 9), si innesta una necropoli altomedievale (VI sec. d.C.) composta da 21 sepolture multiple con scarni corredi costituiti da una semplice brocca d'acqua lustrale e dagli ornamenti personali dei defunti. Le tombe, di varia forma, riutilizzano spesso oggetti più antichi, come il sarcofago dionisiaco, adibito, pur danneggiato, alla sepoltura di 10 individui, e la lastra di marmo che in origine (V sec. d .C .) era un'epigrafe funeraria di un tal Pietro, morto a 18 anni, per il quale si scongiurano i sacerdoti di non far violare la sua tomba in nome di Dio. Insieme ad una lucerna con il Crismon (le iniziali di Cristo in greco), l'epigrafe rappresenta la testimonianza più antica del cristianesimo ad Agropoli e presuppone l'esistenza di una chiesa cimiteriale, che probabilmente riutilizza il vecchio edificio termale romano in prop. Iemma--Marinella.

IL CRISTIANESIMO
L'ambiente in cui nacque e si svilupp� la predicazione cristiana fu, come � noto, la Palestina, o meglio la provincia romana della Giudea, una regione marginale, ai confini dell'impero. Dopo la crocifissione di Ges�, i suoi discepoli, gli apostoli (parola che in greco significa gli "inviati") sotto la guida di Pietro e Paolo di Tarso, cercarono di diffondere dovunque la nuova religione, predicando la parola di Dio prima in Asia minore e in Africa e poi anche a Roma. Interessante a questo proposito � la leggenda di S. Paolo la quale narra che nel suo viaggio di divulgazione della fede cristiana il Santo si sia fermato anche ad Agropoli, approdando in prossimit� dell'antico villaggio di Ercula. In verit�, negli Atti degli Apostoli non si fa alcun cenno a tale sosta. Questa � ipotizzabile soltanto se si pensa che la nave dopo aver percorso oltre la metà del viaggio da Reggio, superata Punta Licosa, abbia cercato riparo nella baia della Licina. La leggenda � stata poi successivamente ampliata (tra l'XI e il XIII sec.) narrando che S. Paolo in tale occasione abbia convertito anche due fanciulli, i quali sono poi stati lapidati e sepolti in un posto detto S. Maria dell'Acqua, nell'odierno comune di Laureana, dove a ricordo di questi giovani � stata eretta una chiesa chiamata oggi Madonna dell'Acquasanta.

ACROPOLIS
Ma, dove abitano le genti che seppelliscono i propri cari nella necropoli di S. Marco? Si sono arroccate sul promontorio in migliore posizione strategica ed hanno costituito un borgo che i Bizantini fortificano e chiamano Acropolis, ultimo baluardo contro i nemici Longobardi, giunti fino a Paestum. Lo stesso Felice, vescovo di Paestum, si � rifugiato ad Agropoli e da qui esercita il potere pastorale anche su Velia, Bussento e Blanda, secondo i precisi ordini del Papa Gregorio Magno, trasmessigli con la lettera del 592 d.C.

GREGORIUS FELICI EPISCOPO DE ACROPOLI.
"Quoniam Velina, Buxentina et Blandana Ecclesiae, quae tibi in vicino sunt constitutae, sacerdotis noscuntur vacare regimine: propterea fratemitati tuae earum, solemniter operam visitationis iniungimus: illud prae omnibus commonentes, ut ubi praefatarum Ecclesiarum sive dioceseos earum, vel diacones siveErrore. L'origine riferimento non � stata trovata. religiosae personae inventae fuerint, districte canoniceque ut vivant modis omnibus admonere studebis. Nec passim eis in qualibet re sit excedendi licentia, sed tuo moderamine atque provisione inculpabiliter in qua sunt conversatione vel habitu perseverent. Sciturus si quid secus accesserit, tuo neglectui modis omnibus imputari. Presbyteros quoque vel diacones, si in aliquibus Ecclesiis praevidebis ordinandos, si tales personae fuerint quae canonicis regulis morum vel vitae qualitate nullo modo reprobentur, habebis per omnia ordinandi licentiam. Ministeria vero earundem Ecclesiarum ubi sint recondita, sollicita indagatione perquire; quibus repertis ad nostra notionem perducere festinato; ut cognoscentes quid fiendum sit adiutore Domino disponamus" [GREGORII M., Reg., II, 42 (= II, XLIII in MIGNE, Patr. Lat. LXXVII, col. 581)].

Gregorio a Felice, vescovo ad Agropoli (anno del Signore 592).
"Poich� si sa che le Chiese di Velia, Bussento e Blanda, che si trovano nelle tue vicinanze, sono priue della guida di un Vescouo, ti incarichiamo fraternamente di visitarle secondo l'usanza; avvertendoti soprattutto di questo, che, ove tu trovassi diaconi o religiosi di dette Chiese o delle loro Diocesi, ti preoccupi di ammonirli a vivere sotto ogni rapporto con rigore e in modo conforme alla regola. Non sia data ad essi l'indiscriminata facolt� di eccedere in ogni cosa, ma sotto la tua guida e la tua cura perseverino irreprensibilmente nella pratica e nella condizione assunta. Sappi che, se qualcosa andr� diversamente, sar� da imputarsi in ogni caso alla tua negligenza. Se stabilirai anche che in qualche Chiesa si debbano ordinare sacerdoti o diaconi, qualora le persone saranno state tali che, secondo le norme canoniche, siano assolutamente irreprensibili per modo di uita e di costumi, aurai completa facolt� di ordinare. Ricerca altres� con attenta indagine doue siano nascoste le suppellettili sacre di quelle stesse Chiese; trovatele, affrettati a darcene notizia affinch� disponiamo con cognizione di causa e con l'aiuto di Dio cosa debba farsi" (traduz. P.Cantalupo).

I BIZANTINI
L'Impero Bizantino comprendeva i territori della moderna Albania, Iugoslavia, Bulgaria e Romania; nell'Asia erano sotto il suo dominio la Siria, il Libano, la Palestina e la moderna Turchia, in Africa l'Egitto e la Cirenaica: un IMPERO che era un amalgama di popolazioni e di tradizioni diverse, che aveva il suo cuore a Costantinopoli, ovvero a Bisanzio, la nuova Roma, dove erano ancora vivi i segni della cultura greco-romana, con una maggiore predominanza della lingua greca. L'imperatore Teodosio prima di morire (395) aveva diviso l'impero per renderlo più facilmente governabile e difendibile, assegnando ad Onorio l'Occidente e ad Arcadio l'Oriente. Fu con questa suddivisione che si cre� una vera e propria frattura politica tra i due Imperi. L'Impero d'Oriente si rafforz� notevolmente, riuscendo a sopravvivere alle numerose invasioni. Grazie alla sua superiorit� economica rispetto allo Occidente, alla sua posizione geografica e al controllo che esercitava sulle sue province orientali (come Egitto e Siria) pot� svolgere un'importante funzione storica ancora per molti secoli. Nonostante la caduta dell'Impero d'Occidente (476), non era scomparsa l'idea dell'UNIVERSALIT� di Roma. L'imperatore Giustiniano, che sedeva sul trono di Bisanzio, continu� a ritenersi il capo di un impero i cui confini erano sempre quelli di Roma. Nel 535 Giustiniano invi� il generale Belisario con il compito di liberare la penisola dal dominio gotico per ricongiungerla all'Impero d' Oriente. Fu una guerra durissima durata 18 anni, segnata da saccheggi, uccisioni e violenze sulla popolazione. Dopo una prima vittoria dei Bizantini sui Goti, nel 541 quest'ultimi iniziarono la riconquista della penisola guidati dal loro capo Baduila, detto Totila, l'Immortale. I Bizantini cercarono, dunque, di rafforzare le loro difese contro la pesante avanzata del re goto che ormai, dopo aver occupato Napoli, si dirigeva verso la Lucania e il Bruzio. Intanto l'importanza del PROMONTORIO DI AGROPOLI, come scalo commerciale, era aumentata. Fu proprio la necessit� di un ancoraggio sicuro che fece pensare ai Bizantini di creare sul posto una struttura difensiva, trasformando l'originario nucleo abitativo del promontorio in un KASTRON, cioè una cittadella, a cui fu dato il nome di ACROPOLIS (città posta in alto). Per 15 anni i Bizantini conservarono il controllo di tutta la penisola, fino a quando l'Italia con l'invasione dei Longobardi (568) fu perduta in gran parte.

I LONGOBARDI
I Longobardi entrarono in Italia intomo al 569, attraversando le Alpi Giulie, occupando Aquileia, Verona e Milano. Guidati dal loro capo Alboino, impiegarono tre anni per costringere alla capitolazione Pavia, che divenne poi la capitale del regno longobardo. Dall'Italia settentrionale nuclei longobardi passarono in Toscana, quindi in Umbria e in Italia meridionale, dove costituirono i ducati indipendenti di Spoleto e di Benevento. Con il duca longobardo Arechi, Benevento divenne ducato ereditario e si rese indipendente dalla corona. Dopo un periodo di anarchia e disordini, i duchi si decisero ad eleggere un nuovo re e questi fu Autari (584590) con il quale diminuirono le violenze e le distruzioni. Il matrimonio di Autari con Teodolinda, cattolica, figlia del re di Baviera, determin� la conversione dei Longobardi dall'Arianesimo al Cattolicesimo. Questa evoluzione filo-cattolica della monarchia longobarda awenne durante il pontificato di Gregorio Magno, tra i più grandi pontefici della Chiesa di Roma. Contro l'incalzante invasione dei Longobardi, i Bizantini si impegnarono nel rafforzamento dei sistemi difensivi delle città, dei borghi e dei castelli, per proteggere quei pochi territori che erano rimasti ancora nelle loro mani. Anche AGROPOLI rafforz� le proprie mura; oltretutto il naturale strapiombo del promontorio roccioso costituiva un difficile ostacolo per gli invasori. Cos� il borgo assunse la vera e propria struttura di una fortezza marittima. AGROPOLI in effetti non sar� mai occupata dai Longobardi, nonostante le forti mire espansionistiche manifestate dal vicino ducato longobardo di Benevento. Essi non riuscirono infatti ad impadronirsi dei centri della costa tirrenica, fatta eccezione di Paestum e delle campagne circostanti fino al fiume Solofrone. Proprio a causa dell'occupazione longobarda, nel 590 il vescovo pestano Felice fu costretto ad abbandonare la città e a rifugiarsi in Agropoli. Restava ancora fuori dalla conquista longobarda il vasto territorio situato tra Agropoli e Blanda (attuale Tortora, in Calabria). Tocc� allora ai vescovi occuparsi dell'organizzazione e della tutela dell'intero territorio. Bisognava evitare che tali invasioni danneggiassero la popolazione e soprattutto si appropriassero dei beni della Chiesa. Il Papa Gregorio Magno si interess� allora di coordinare l'azione dei Vescovi. Egli infatti invi� al vescovo Felice, fuggito ad Agropoli, una LETTERA, documento storico importantissimo poich� contiene la più antica menzione del nome ACROPOLIS. In questa lettera il Papa esortava il prelato a prendersi cura dei vescovati di Velia, Bussento e Blanda rimasti abbandonati e privi di una guida.