Le numerazioni focatiche hanno costituito l'unica fonte per poter ricostruire l'andamento demografico della popolazione agropolese per il periodo compreso tra il 1532 ed il 1669. Non è stato possibile confrontare la cifra dei fuochi con gli Stati delle Anime. Infatti quest'ultimi, che cominciarono ad esssere compilati solo nella prima metà del '600, ad Agropoli sono andati distrutti Per la ricostruzione demografica di Agropoli nel '700 si sono utilizzati gli Stati delle Anime redatte dai Parroci nel 1727, 1734, 1763, 1764.

Anno
Fuochi
Popolaz.
Pop/F
1686
104
441
4,4
1727
155
702
4,2
1734
175
853
4,4
1754
145
647
4,6
1763
164
680
4,4
1764
173
690
3,8

Esaminando queste tappe in cui si divide lo sviluppo demografico, possiamo constatare come vi sia un iniziale incremento , considerevole se si tiene conto che da una popolazione di circa 250 anime nel 1669, si giunge progressivamente alle 690 del 1764, toccando l'apice nel 1734 con 853 anime. La conservazione degli Stati delle Anime del 16866 da la possibilità di rilevare che lo slancio evolutivo di questo sviluppo ha come punto di partenza non il 1727, ma il 1686 che contava 441 anime divise in 104 fuochi. Questo dimostrerebbe una sincronia con i ritmi dell'Europa continentale, anche del Regno di Napoli, dove un cauto riformismo favorì probabilmente anche le condizioni di vita, oppure l'incremento demografico fu esso stesso di stimolo alla domanda di riforma. Nel regno l'incremento dopo il 1756, ci fu in misura varia, che secondo i dati elaborati dal Villani7 nel tredicennio 1768-80 toccò la punta massima del 12%. Agropoli non partecipò in misura cosi rilevante a questo incremento demografico del sec. XVIII. Gli Stati delle Anime, insieme ai grafici delle nascite e dei matrimoni8, mostrano una stasi demografica, per non parlare addirittura di decremento, ponendoci un delicato problema di interpretazione dei dati (emigrazioni? Controllo delle nascite? mortalità perinatale? etc).In particolare dal grafico dei battezzati si rileva, dopo una iniziale tendenza all'aumento del numero dei battezzati nel corso dei primi 40 anni del secolo con la punta massima nel 1794, annno in cui si contano 41 battezzati, si ha una sostanziale stasi nello sviluppo demografico; il numero dei battezzati tocca la punta minima (12 unità) sia nel 1767 che nel 1795. La media annuale dei battezzati che dal 1735 al 1744 è pari a 31,5 successivamente, dal 1745 al 1800 la predetta media scende sensibilmante, assestandosi intorno alle 23 unità per anno. Anche riguardo al numero dei matrimoni nel periodo che va dal 1757 al 1800, non può parlarsi di trend crescente. La media annua del periodo è di 5,3 con un massimo di 16 nel 1762 ed un minimo di 0 nel 1793 Tale decremento era dovuto, oltre che alla scarsezza dei matrimoni, anche alle epidemie, ad una alimentazione molto scarsa, fatta di polenta, di erbe selvatiche, di vitalba, che alle volte producevano "cattivi dolori di ventre e simili.6 Tutto ciò mostra la infondatezza dei luoghi comuni sulla rivoluzione demografica del XVIII secolo che avrebbe dovuto interessare anche tutte le zone del Regno: nel caso del Cilento, sia nelle sue zone interne che in quelle costiere i dati che finora abbiamo raccolto non confermano nessuna rivoluzione della crescita demografica. Evidentemente analisi più approfondite su matrimoni, fertilità, fecondità e tassi migratori potrebbero dare risposte. Abbiamo quindi ispezionato questa direzione di ricerca.