Come risulta dai "Relevi" del 1786 e del 1787,27 la famiglia Sanfelice per tre generazioni esercit� il dominio feudale sui seguenti possessi: la terra di Laureana, la città di Agropoli, Chiaiara, Pingara, la foresta di S. Francesco, i Lembi , il Canale ed il Piano della Fontana in territorio di Laureana, tutti questi possessi erano situati in Principato Citra. Inoltre i Signori feudali percepivano annualmente 500 ducati dalla città di Bitonto in provincia di Bari. Per quanto riguarda Agropoli, oggetto della nostra ricerca il suo territorio era diviso in varie contrade in cui si esercitavano diverse attivit� che la famiglia feudataria affittava agli abitanti che le corrispondevano una rendita annuale. Dalla contrada Bagliva, Portolania, insieme alla Zecca dei pesi e misure percepiva 80 ducati. La Difesa, detta il Sambuco, che era un terreno adibito a pascolo era divisa in due parti, una delle quali, denominata Orto del Sambuco, fu affittata a Saverio Curci e a Giuseppe Abate per tre anni con l'obbligo di versare alla famiglia 50 ducati l'anno; l'altra parte, insieme al territorio detto Muoi, fu data in affitto a Francesco Pagnotta per due anni per 60 ducati l'anno. Dalla Taverna la Marina e i suoi corpi annessi con il diritto del "falancaggio", insieme anche al territorio denominato "Isca della Marina", il Feudatario ricavava 84 ducati. L'attivit� dello "scannaggio" fu affittata a Giuseppe Casalicchio per circa 2 anni per 10 ducati l'anno. Lo "erbaggio" affittato a Michele Donnarumma per anni due per 120 ducati l'anno. La "tonnara" non dava alcuna rendita perch� non si era riuscito a dare in affitto per più anni, mentre la pesca esercitata con le sciabiche venne affittata per 20 ducati l'anno. Possedeva, inoltre, vari campi in enfiteusi, da cui ricavava 143 ducati l'anno. Ed infine cinque giumente, 740 pecore, e 140 capre. Per concludere si pu� affermare che il feudatario esercitava il potere sull'intera popolazione, concentrando nelle propie mani la maggior parte delle ricchezze prodotte nella città. La popolazione era gravata da un fiscalismo sempre più esoso in quanto doveva fronteggiare le spese per il mantenimento del feudo. La situazione economica del paese era gravata anche dal fatto che vivendo il Signore lontano dal Feudo spendeva altrove il denaro da esso ricavato. Si ha inoltre notizia che il feudatario cilentano aveva a sua disposizione un gruppo di "bravi" che avevano il compito di far rispettare i suoi ordini. Fu protagonista di svariati soprusi e violenze, come quello di rinchiudere nei sotterranei dei castelli i propi nemici. Prova di tali soprusi si � avuta dal ritrovamento di ossa umane nei sotterranei della prigione del palazzo feudale dei Sanfelice in Laureana.28 Durante la prima metà del '600 il feudatario esercitava i poteri pubblici come mezzi di coercizione e di oppressione per fini privati. La rivolta anti-feudale del 1647 cadeva nel periodo in cui il Barone, al fine di valorizzare tutto il patrimonio fondiario, utilizzava i propi "diritti feudali" non solo per usurpare la terra ai contadini, ma anche per costrigerli a servigi personali gratuiti ed in particolare a prendere in affitto le sue terre a determinate condizioni. Chiaramente per ottenere tutto ci� usava la violenza attraverso anche lo strumento della "Giurisdizione."29 Da tutto il Regno si levavano voci di protesta contro le carcerazioni, i maltrattamenti, le violenza all'ombra delle corti baronali. Durante il secolo XVIII si riscontravano alcuni lamenti nel governo baronale: il vassallaggio, nella sua forma classica di assoggettamento diretto delle popolazioni, scomparve quasi completamente nella seconda metà del '600 e tutte le vecchie forme del dominio feudale divennero secondarie rispetto al monopolio della terra. Anche se il feudatario, sempre forte del suo potere economico e politico, continuava a esercitare violenze contro la popolazione. I movimenti anti-feudali del XVIII secolo, anche se conservavano le tradizionali rivendicazioni, sono prevalentemente lotte per la terra. Dal 1625 al 1740, la proprietà fondiaria feudale sub� delle diminuzioni, perch� migliaia di tomoli furono dati in enfiteusi ed a colonia perpetua. Accanto a tale fenomeno che si arrest� e scomparve nella seconda metà del '700, si manifest� la tendenza opposta dell'espansione: il feudatario puntava sempre all'ampliamento della proprietà terriera per conservare il propio dominio economico. Nel 1799, crollando il regime Borbonico, si apr� la strada all'affermazione rivoluzionaria delle rivendicazioni anti-feudali. Il Popolo partecip� a questa nuova lotta sperando di conquistare le terre demaniali privatizzate o di ottenere nuove terre sottraendole alle proprietà feudali o borghesi.