Durante la guerra greco-gotica (nel VI sec.) i Bizantini,
alla ricerca di un sicuro approdo a sud di Salerno, individuarono nel promontorio
il luogo dove poter costruire una fortezza e diedero ad esso il nome di
Acropolis. Nel 568 i Longobardi invasero l'Italia e dopo aver conquistato
rapidamente il Settentrione, si rivolsero, assoggettandoli al Centro ed
al Sud della Penisola. Successivamente, i Bizantini, rafforzano le strutture
difensive delle città, dei borghi e dei Castelli e potenziarono
la fortezza di Agropoli con l'innalzamento di mura la dove lo strapiombo
della roccia non proteggeva l'abitato. Anche Paestum e le campagne vicine
subirono le incursioni dei Longobardi e, a seguito di ciò, il Vescovo
di Paestum, Felice, si rifugiò ad Agropoli insieme al clero, ai
curiali ed alcune famiglie di notabili. Agropoli divenne cosi sede vescovile.
Fu propio a questo Vescovo, di nome Felice, che il Papa Gregorio Magno
inviò una lettera incaricando di prendersi cura dei Vescovati di
Velia, Busunto e Blandia, essendo, quella di Agropoli, l'unica sede Vescovile
dell'aria Bizantina tra i golfi di Salerno e Policastro. Questa lettera
del 578 testimonia che Agropoli fu insignita del seggio Episcopale. Nel
882 i Saraceni invasero la zona e crearono, tra il fiume Foce, le mura
di Agropoli e la strada di accesso al promontorio un campo fortificato,
un RIBAT, nella loro lingua. Fu questa testa di ponte a sud di Salerno
che permise loro di compiere numerose scorribande nelle zone circostanti
fino a che, sconfitti dal principe di Salerno, non furono cacciati dalla
zona. Dopo la cacciata dei Saraceni, il Vescovo, che al momento dell'invasione
si era rifugiato a Capaccio, ritonò, ed Agropoli fu di nuovo sede
vescovile.
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