Il fanciullo veniva educato nell'ambito familiare e del villaggio
attraverso l'assimilazione dei costumi e delle credenze antiche, dei sistemi
di vita e di lavoro. Spesso era avviato ad apprendere lo stesso mestiere
de padre, che gli faceva anche da maestro. Se doveva invece apprendere
un mestiere diverso veniva mandato "al mastro" presso il quale
stava notte e giorno. Nella maggior parte dei casi i figli dei borghesi
venivano mandati a scuola da professori che, spesso, abitavano lontano.18
Il fanciullo inoltre, riceveva una severa educazione religiosa. Poiché
la mortalità infantile era alta, la Chiesa raccomandava ai genitori
di portare subito i neonati alla fonte battesimale per evitare che le anime
dei piccoli morti si perdessero nel limbo. A cinque sei anni veniva amministrata
la cresima, mentre per la confessione-comunione si doveva attendere l'età
della ragione. Dopo la prima comunione il fedele era obbligato a frequentare
periodicamente i sacramenti, che se non rispettati almeno a Pasqua, comportavano
la scomunica. Vincenzo Gatti in "Vita quotidiana fra settecento ed
ottocento" lamenta una cattiva educazione sia dei fanciulli che delle
fanciulle. Fin dalla prima infanzia i fanciulli erano imbevuti di pregiudizi.
Erano allora di moda le favole di fate, i racconti dell'orco, gli spiriti
cattivi che vagavano di notte, le anime dei morti, i fantasmi, le ombre
e mille altre storie che non facevano altro che guastare la fantasia dei
fanciulli. Inoltre egli denuncia la trascurata educazione delle bambine,
le quali, anche esse crescevano piene di pregiudizi. Egli scrive: "Essendo
più sensibili sono atte a ricevere le più forti impressioni
superstiziose. Ciò non avverrebbe se queste fossero bene istruite.
Siccome le donne influiscono sullo spirito pubblico, cosi è necessario
dare loro una educazione regolare e maschia, anche perchè istruite
maggiormente sui loro doveri sapranno allontanare l'idea ancora del vizio".
Di questo "magico" e di questi "pregiudizi" la generazione
che ha letto "La distruzione di Kreshev di Isaac B. Singer, oppure
qualcosa di S. Freud ha, evidentemente, un approccio analitico diverso.
Ma questo non è l'argomento centrlale della nostra tesi, anche se
reputiamo che uno studio specifico al riguardo sarebbe molto opportuno.
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