età GRECA
2600 ANNI fa (VI sec. a.C.)

LE FONTI SCRITTE
La Geografia di Strabone, la Biblioteca Storica di Diodoro Siculo e l'Alexandra di Licofrone sono le principali fonti utilizzate dagli studiosi per ricostruire la storia del territorio di Agropoli. Sulla base del testo di Strabone, relativo alla fondazione di Poseidonia, E. Greco colloca il teichos (fortino) dei Sibariti sul promontorio di Agropoli, considerandolo come prima fase pionieristico-commerciale della fondazione di Poseidonia. P. Cantalupo identifica col promontorio di Agropoli la petra (scoglio/rupe/promontorio) sulla quale si svolge la vicenda riferita da Diodoro Siculo del cacciatore superbo punito da Artemide, dea della caccia, e propone l'ubicazione di un'area sacra alla dea nei pressi dell'attuale castello. L'insigne studiosa Paola Zancani Montuoro, a cui spetta il merito di aver riconosciuto per prima l'antichit� di Agropoli, esaminando il testo di Licofrone, identifica con il promontorio di Agropoli quel promontorio Enipeo, cioè sacro a Poseidone, dio del mare, sul quale doveva sorgere il tempio del dio, tempio stranamente assente all'interno delle mura di Poseidonia.

NOTIZIE SUGLI AUTORI ANTICHI

STRABONE
Storico e geografo greco, vissuto fra il 65 a.C . e il 1 9 d .C ., ci ha lasciato un ampio trattato in 17 libri intitolato Geografia che costituisce una preziosa fonte di conoscenza del mondo antico sotto l'aspetto fisico, etnico, politico e culturale.

DIODORO SICULO
Erudito greco vissuto a Roma nel I sec. a.C., autore di un'opera intitolata Biblioteca frutto di un viaggio durato trent'anni, nel corso del quale raccolse importanti notizie e traduzioni di ogni genere. Dei 40 libri di cui si componeva l'opera ne andarono perduti ben 25. Quanto resta costituisce un'essenziale testimonianza specie per quanto riguarda i monumenti e la topografia delleantiche civilt�.

LICOFRONE
Tragico greco vissuto ad Alessandria d'Egitto (IV-lll sec. a.C.) alla corte di Tolomeo III Filadelfo, che lo incaric� di ordinare e revisionare le opere dei poeti comici per la biblioteca del Museo. Scrisse un trattato Sul1a Commedia ed una quarantina di tragedie; l'unica opera rimasta � l'AIexandra, composizione in trimetri giambici che contiene notizie geografico-mitologiche sulla Italia antica.

DIODORO
Queste cose, dunque, (Eracle) comp� in quei luoghi; partitosi di 1� giunse ad uno scoglio nel territorio dei Poseidoniati, presso il quale si favoleggia sia accaduto un fatto straordinario e meraviglioso; un cacciatore indigeno cioè, molto rinomato per le sue brillanti imprese venatorie, che in tempi precedenti era solito consacrare ad Artemide, inchiodandole agli alberi, le teste e le zampe degli animali uccisi,avendo preso una volta un enorme cinghiale, disse, quasi a disprezzo della Dea, che ne dedicava la testa a se medesimo e, tenendo dietro alle parole, appese questa ad un albero; egli poi, essendo l'atmosfera afosa, a mezzogiorno si distese a dormire; scioltosi nel frattempo il legaccio, la testa cadde sul dormiente e l'uccise (traduz. P. Cantalupo).

STRABONE
... nel Golfo Posidoniate, oggi chiamato Pestano, e la città di Posidonia (oggi detta) Pesto, situata nel mezzo del golfo. I Sibariti dunque edificarono la cinta muraria presso il mare, mentre coloro che avevano abitato (presso il mare) si trasferirono più in alto (rispetto al mare); in seguito i Lucani tolsero a quelli (ai Sibariff) la città (cioè il luogo dove erano state innalzate le mura) ed i Romani ai Lucani (traduz. P. Cantalupo).

LICOFRONE
Poi contro la sporgente costa d'Enipeo da Leucosia scagliata il soprannome porter� lungamente il promontorio, dove il violento Is ed il vicino Laris scaricano le acque (traduz. P. Cantalupo).

LA CULTURA MATERIALE
Lo scavo effettuato nel fossato del castello (vedi sez. 1), sul fianco sud/est, ha confermato la presenza di un santuario greco, in vita dagli inizi del VI sec. a.C. fino al III sec. a.C. Le testimonianze concrete sono offerte dalle terrecotte architettoniche del tetto di un tempio simili alle terrecotte del tempio più antico di Hera a Poseidonia, dalle testine di statuette della dea Atena e da numerosissimi frammenti di ceramica ionica, corinzia ed etrusca, che svelano i contatti estemi che il santuario doveva avere e che danno valore alla ipotesi del teichos (fortino) a carattere commerciale. Il santuario extraurbano posto sul promontorio di Agropoli svolgeva un ruolo molto importante nel contesto del territoriodiPoseidonia, sanzionando con la sua sacralit� i possessi poseidoniati e custodendone i confini, allo stesso modo del più famoso santuario di Hera Argiva, alla foce del Sele, al confine con il territorio dominato dagli Etruschi.

I MATERIALI
Questi i reperti più significativi rinvenuti nello scavo presso il Castello. Le tre terrecotte architettoniche sono vistosamente dipinte in beige, rosso e nero e, insieme a molte altre, formavano la copertura delle travi lignee del tetto di un tempio, costituendo in particolare il cornicione laterale (sima) nel modello detto sima a baldacchino. Databili al VI sec. a.C. sono di fabbrica poseidoniate e quasi identiche alle terrecotte del tempio più antico di Poseidonia (cd. Basilica), da cui differiscono per il minore spessore, caratteristica che fa pensare ad un tempio di minori dimensioni. La testina fittile della dea Atena con elmo crestato testimonia il culto verso la dea della sapienza, dell'olivo e protettrice dei naviganti nei pericoli del mare. La testina � più recente delle terrecotte architettoniche e risale al lV sec. a.C., cioè solo all'ultimo secolo di vita del santuario. Numerosi i frammenti pertinenti a coppe cd. "ioniche", ma prodotte a Metaponto, Policoro e nella stessa Velia, databili dalla fine del VII fino a tutto il VI sec. a.C. La forma intera ricostruibile � quella di una coppa a larga e profonda vasca con labbro svasato, breve piede troncoconico e due anse impostate orizzontalmente sotto il labbro. Negli esempi più antichi il labbro � decorato da filetti orizzontali a vernice nera. Tali coppe servivano per bere il vino in banchetti o libagioni in onore degli dei. Altrettanto numerose sono le anfore da trasporto vinarie di VI sec. a.C. sia di origine ionicomassaliota che corinzia, distinguibili in base alle differenze di modello. Tesffmoniano i rapporti intrattenuti da Poseidonia ed il suo territorio con le diverse zone di origine dei prodotti (per ulteriori informazioni sulle anfore e sui commerci marittimi). Anche i vari frammenti di bucchero sono riferibili ad un vaso destinato a bere vino, il kantharos, calice dalla vasca carenata, con piede a tromba e due alte anse verticali, databile tra la fine del VII e gli inizi del VI sec. a.C. Il bucchero � una particolare ceramica tipicamente etrusca, lavorata a tornio, di colore nero sia esternamente che in frattura. Come � noto, anche la Campania fino al fiume Sele fu occupata da Etruschi e i nostri esemplari appartengono, infatti, alla produzione di tipo campano.