"Il matrimonio è il rito di passaggio legale che
segna la transizione dalla giovinezza alla responsabilità comune
nella creazione di una nuova famiglia nucleare". L'età del
primo matrimonio ha una notevole importanza, perchè essa dipende
dalle circostanze economiche, come dalla pianificazione familiare. Intorno
alla metà del '700 nelle classi inferiori le femmine si sposavano
in media sui 23 anni, mentre i maschi intorno ai 26. Sullo scarto dell'età
matrimoniale delle classi sociali, incidevano diversi fattori: come la
maggiore durata dell'istruzione e la necessità, per i cadetti, di
crearsi, attraverso l'esercizio di professioni liberali, un certo reddito
onde potersi permettere un matrimonio consone al propio ceto sociale e
la conduzione di una vita agiata. Per quanto riguarda invece le classi
inferiori, la presenza di aggregati domestici semplice ad Agropoli, ci
porta a considerare che i figli, tenuto conto del fatto che non potessero
accedere all'istruzione per mancanza di fondi, venivano ben presto avviati
al mondo del lavoro, per cui raggiunta relativamente presto l'indipendenza
economica, si sposavano ed andavano a vivere in una abitazione propia anche
se non lontana dalla casa dei genitori. Nelle famiglie borghesi, l'accesso
al matrimonio è severamente controllato, riservato in genere ai
primogeniti ed ad età tardiva, nel tentativo di conservare intatto
il patrimonio familiare vietandone la alienazione ed indirizzando i cadetti
verso la carriera ecclesiastica.9 Gli studi dello Stone e del Delille evidenziano
che l'età del matrimonio è la semplice conseguenza di un
evento naturale di portata patrimoniale: la morte del genitore da cui si
eredita. L'età del matrimonio è infatti condizionata da questo
evento. Nella civiltà meridionale, tale legame è confermato
dalla preoccupazione costante di assicurare la continuità della
famiglia e del patrimonio. Dall'interdipendenza tra l'età del matrimonio
e l'età della morte si hanno diversi comportamenti demografici in
vari paesi.10 Ad esempio, la dove l'invecchiamento è meno rilevante,
al matrimonio si accede in età giovanile, la dove invece si vive
più a lungo, i matrimoni si celebrano in età più avanzata.
Ad Agropoli, le persone che hanno superato i 60 anni (età rappresentativa
dell'invecchiamento della popolazione e pertanto anche se approssimativa,
anche della morte) sono circa 1%11. Chiaramente una percentuale molto bassa,
che messa in relazione con l'età del matrimonio, per le donne di
23 anni per gli uomini di 26, conferma la precedente affermazione della
correlazione tra età della morte ed età dei matrimoni. L'età
del matrimonio delle donne12, è un fattore importante per stabilire
il ciclo della loro fertilità e quindi della loro capacità
riproduttiva. In genere il periodo riproduttivo è di trentacinque
anni. "Questa fertilità lungo l'intero periodo riproduttivo
descrive una parabola che ha una fase di rapida ascesa durante la pubertà,
ed ha il suo punto massimo durante il decennio tra i 20 ed i 30 anni, dopo
di che declina, prima lentamente poi sempre più rapidamente finché
viene raggiunta la sterilità".13 Le donne, quindi, sposandosi
intorno ai 23 anni, si può dire che riducessero il periodo riproduttivo
in media a 15 anni, tenendo anche presente che la nascita dell'ultimo figlio
avveniva intorno ai 38 anni. Un altro fattore importante è l'intervallo
di tempo che intercorreva tra una nascita e l'altra. Andava dai 24 ai 30
mesi e spesso dipendeva da aborti, spontanei o procurati, e dai nati morti.
Bisogna anche tener presente che l'allattamento durava di norma 18 mesi,
procurando amenorrea in gran parte dei casi: per circa 6 mesi nella donne
ben nutrite e per 18 in quelle mal nutrite. L'allattamento costituiva,
quindi, un vero e proprio contraccettivo (come è noto gia dagli
studi di E. Le Roy Ladurie per la Provenza). Infine gli intervalli tra
le nascite si allungavano con il declinare della fecondità e della
virilità.14 Si rileva, inoltre, che i ricchi avevano più
figli rispetto ai poveri, certamente perchè i ricchi sposavano donne
più giovani e quindi più fertili, perchè i figli venivano
affidati alle balie e quindi le madri non dovevano allattare, ed infine
perchè le madri erano meglio nutrite ed alloggiate. E' certo che
l'alta mortalità infantile tra i poveri era causata da una scarsa
alimentazione e da una cattiva igiene. Infatti una porzione più
alta dei figli dei ricchi sopravviveva sino all'età adulta proprio
perchè più sana.
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