Nel 1656 Napoli fu colpita dal terribile flagello
della peste che si diffuse rapidamente anche nei piccoli centri rurali
lontani dalla capitale. La penetrazione del morbo nel Cilento, nonostante
il suo isolamento naturale, (la regione era chiusa tra l'impertuosità
delle coste, la malaria della pianura pestana e la catena montuosa Alburni-
Cervati) fu agevolata dai traffici che continuavano a svolgersi tra Salerno
e la Capitale. Inoltre i benestanti della capitale, per sfuggire alla malattia,
si affrettarono a rifugiarsi nelle loro case di campagna portando con se
il morbo già contratto.26 E' possibile che il morbo sia giunto in
questa regione, per via mare, sino ad Agropoli, per poi diffondersi sulle
colline circostanti. La sua diffusione fu agevolata anche dalla stagione
primaverile che, con i vantaggi che essa comportava, favoriva il movimento
della popolazione verso mercati, fiere, sagrati delle chiese. Anche Agropoli
subì la peste e le sue inevitabili conseguenze. Il Mazziotti nella
sua opera "Baronie del cilento" scrive: " Agropoli ebbe
a soffrire nell'anno 1656, al pari di tutti i villaggi del Cilento e di
quasi tutte le provincie del regno, una terribile peste che distrusse ben
62 famiglie, quanto ne contava nella numerazione del 1658 (....), si ridusse
in quella del 1669
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