età ROMANA
1800 anni fa III sec. d.C.)

ERCULA
Dopo l'arrivo dei Romani la presenza abitativa si sposta sulla fascia litoranea, in località San Marco. La documentazione � particolarmente abbondante per l'età imperiale (II-III sec. d.C.), ma presenta anche qualche testimonianza più anffca (I sec. a.C.) e più recente (IV sec. d.C.). Le zone di maggior interesse sono costituite dalla proprietà Tesauro-Sansivieri (punto 11), dove vi era una necropoli di sepolture del tipo a cappuccina, cioè di tegole unite a libro, e dalla proprietà Iemma--Marinella (punto 9) dove, al di sotto dell'attuale sede della Guardia di Fnanza, sorgeva un edificio a probabile destinazione termale, di cui sono stati rinvenuti alcuni tracciaff murari. L'estensione delle tracce di edifici e di sepolcri in tutta la località S. Marco per un fronte di circa 700 m rispetto alla linea della spiaggia fa propendere per l'identificazione dell'insediamento con il villaggio di Ercula, segnalato in antico sulla costa fra Paestum e Velia. La vita di questo borgo maritffmo era legata al mare e alla possibilit� di approdo, gi� sfruttata fin da tempi remoti (vedi sez. 1), presso la vicina baia della Licina, alla foce del Testene. L'uso dell'approdo alla Licina � confermato in tempi moderni da una mappa del 1807 che segnala un'�ncora, simbolo di ancoraggio, proprio in corrispondenza di tale località.

IL SARCOFAGO DIONISIACO (FINE II- INIZI III SEC. D.C.)
Accanto ai numerosi frammenti ceramici e alle monete, il sarcofago scolpito, in marmo, costituisce il reperto più prestigioso. Il lato frontale � decorato al centro da una scena che raffigura Dioniso, dio del vino, ebbro, sorretto da un giovane saffro e accompagnato da una suonatrice di doppio flauto, da Pan, metà uomo e metà animale, e da una pantera; nei riquadri laterali, separaff da una serie di incisioni ad "s" (strigilature), trovano posto gli amorini alati che reggono la fiaccola simbolo della luce; sul coperchio il cartello centrale, privo del nome del defunto, � affiancato da amorini volanti. Il tema di Dioniso, raffigurato in varie pose e vicende del suo mito, � uno dei più amaff dagli scultori di sarcofagi perch� la rappresentazione del dio che muore e rinasce si adatta perfettamente al contesto funerario. La presenza di questo prodotto di alto artigianato presuppone l'esistenza ad Ercula di una ricca committenza che poteva permettersi l'acquisto di un sarcofago in marmo di ottima fattura. Fortunatamente il sarcofago di Agropoli non rappresenta un caso isolato nel territorio cilentano, ma � affiancato da altri esemplari a Capodifiume (Capaccio) e Vatolla.