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Il toponimo "Acropolis" è attestato per
la prima volta in una lettera del luglio del 592 di Papa Gregorio Magno
al Vescovo pestano Felice residente ad Agropoli. L'origine del toponimo
risale all'età bizantina; infatti al tempo della guerra greco-gotica
(535-553) il promontorio di Agropoli, facilmente difendibile e dotato di
due possibilità di approdo, venne fortificato dai Bizantini che
lo definirono appunto "Acropolis" nel senso di "città
posta in alto". L'evidenza archeologica attesta tracce di occupazione
del promontorio sin dall'età del Bronzo Finale e fino a tutto il
III secolo a.C. In particolare alcune terracotte architettoniche databili
al VI secolo a.C. pertinenti molto probabilmente ad un edificio templare
hanno riproposto il problema dell'ubicazione sul promontorio del tempio
di Poseidon Enipeus ricordato da Lykophrone e dai suoi Scoliasti (LYK.,
Alexandra, w. 722-724 e Scholia ad locc.). Acropolis rimase sotto il dominio
Bizantino fino all'882 quando fu conquistata dai Saraceni che vi posero
una base fortificata. Essi ne furono cacciati solo nel 915 quando il centro
ritornò sotto la giurisdizione dei vescovi che a quel tempo risiedevano
a Caputaquis: da questo momento fu, insieme ad altri casali (tra cui Eredita,
Ogliastro e Luculo) feudo vescovile. Nel 1424 il Papa Gregorio XII cedette
Agropoli al re Ladislao di Durazzo per pagare alcuni debiti di guerra.
Nel 1436 entrò a far parte del feudo dei Sanseverino che lo tennero
fino al 1552. A partire da questa data fu possedimento di vari feudatari
fino ai Sanfelice che tennero il feudo di Agropoli dal 1660 al 1806, anno
di abolizione della feudalità.
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